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scrittrice
Le chiamavano "misure coercitive a scopo assistenziale". Una dicitura che porta in sé il peso di tutto ciò che, per l'appunto, è "coercitivo" ossia forzato, repressivo, costrittivo. Che lo scopo fosse addirittura "assistenziale" appare quasi una beffa. Eppure dietro a quelle "misure coercitive a scopo assistenziale" ci sono state migliaia di infanzie e di vite stravolte, macchiate, umiliate, distrutte. E stiamo parlando dell'apparente immacolata Svizzera, un Paese che, nell'immaginario di tutti, è il luogo della perfezione civile, dell'impeccabilità e del buon...CONTINUA...
Nina, la protagonista di “Le affacciate”, è una giovane donna con alle spalle un lavoro considerato totalizzante, che fino a pochi giorni prima si poteva immaginare indispensabile per le sorti della Salich Entertainment. Poi una chiacchierata con l’amministratore delegato, tanto dispiacere, il problema dei costi non più sostenibili e quindi ciao ciao all’ex fedelissima Nina: “mi sono trovata all’improvviso nell’epicentro di un terremoto di certezze e di identità. Mi sono sentita in ginocchio...CONTINUA...
Nomi ha sedici anni, la faccia che ogni tanto le fa male, metà famiglia sparita senza fare un fiato e un padre che si ostina a indossare la cravatta in ogni circostanza. Nomi vive in Canada, in un posto dimenticato dal Signore, proprio come capita di solito a chi nasce mennonita. "Per quel che ne so, è la sottosetta più sfigata a cui si possa appartenere a sedici anni. Cinquecento anni fa, in Europa, un tizio di nome Menno Simons si è messo di buzzo buono per inventarsi una religione tutta sua e lui e i suoi seguaci olandesi polacchi e russi sono stati ammazzati di botte o costretti a conformarsi...CONTINUA...
"Diario di una maestrina" è stato pubblicato per la prima volta nel 1957 da Laterza e ha rappresentato l'esordio letterario di Maria Giacobbe. Un libro in cui sono incappata per caso e che ritengo possa essere considerato un'autentica perla. Il "Diario" racconta uno spaccato di vita sarda e italiana degli anni quaranta e cinquanta, una lucida e mai patetica cronaca della quotidianità di un'insegnante elementare che, nata e cresciuta in una "buona famiglia" nuorese, è divenuta maestra quasi per darsi uno scopo e un'identità: "In seconda liceo mi ammalai e con sollievo lasciai la scuola. Due...CONTINUA...
Il primissimo pensiero l'ho rivolto ad Agota Kristof e alla sua raccolta di racconti brevi intitolata "La vendetta". Titoli quasi identici e quasi la stessa inquietudine. Anche "Vendetta" di Yoko Ogawa raccoglie dei racconti. Undici racconti, per essere esatti. "Undici racconti di lutto" li definisce la stessa autrice nella postfazione. Undici storie che, seppur narrino frammenti di esistenza comune, possiedono il seme di un'indecenza, la macchia di una perversione, il cupo anelito della sofferenza e della morte. Dietro o attorno all'innocenza o al candore dei personaggi si cela sempre qualcosa...CONTINUA...
Clara Sereni, nata a Roma nel 1946, è deceduta a Perugia, dove viveva da anni.
Figlia di Emilio Sereni, dirigente del Partito Comunista, e di Xenia Silberberg, autrice di un libro autobiografico dal grande successo negli anni '50, I giorni della nostra vita. Da sempre impegnata in attività sociali, si è spesa anche in politica, ricoprendo il ruolo di vicesindaco con delega alle politiche sociali a Perugia, dal 1995 al 1997. Dagli anni '70 al 2015, da Sigma Epsilon (Marsilio) a Via Ripetta 155...CONTINUA...
inQuiete, festival di scrittrici a Roma, si svolge dal 22 al 24 settembre lungo l’isola pedonale del Pigneto. Il programma prevede tre giorni, quaranta autrici, quattro reading, cinque incontri, sei laboratori per adulti e bambini, sedici presentazioni di libri, cinque ritratti di signora, sette fra colazioni pranzi e cene, cinque eventi, proiezioni, teatro, musica.
Il festival inQuiete nasce per dare...CONTINUA...
Annemarie Schwarzenbach è arrivata a me attraverso "Lei così amata", libro della Mazzucco. Passato qualche mese, recupero "Ogni cosa è da lei illuminata", breve ed intenso racconto della Schwarzenbach. A dire il vero l'avevo già letto lo scorso anno. L'ho riletto. "Ogni cosa è da lei illuminata" è un titolo incantevole, ma non ha nulla a che fare con il titolo originale "Eine frau zu sehen" ossia "Vedere una donna". E neppure il bellissimo volto in bianco e nero scelto per la copertina ha nulla a che fare con Annemarie Schwarzenbach visto che la donna ritratta è Dolly...CONTINUA...
C'è qualcosa di guasto in ognuno dei personaggi di questo libro. Qualcosa di umanamente difettoso che prende origine da un abisso lontano, indefinibile. Ogni figura del libro della Cardoso si porta dentro un'imperfezione congenita che, come ogni persona di ossa e di carne, non sa osservare con distacco perché, ovviamente, non si può essere diversi da come si vuole essere.
E' per questo che ho potuto immaginare con facilità ognuno di loro. Perché ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a persone vere. La Cardoso si sarà pure divertita a mettere in bocca a qualcuno frasi ad effetto e principi...CONTINUA...
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